Quantcast
Channel: Libri Blog » Luigi Milani
Viewing all articles
Browse latest Browse all 3

Intervista a Luigi Milani, l'autore di "Ci sono stati dei disordini"

0
0

Luigi Milani ha dato alle stampe nel 2009 “Ci sono stati dei disordini”, romanzo che ripercorre in chiave narrativa gli eventi del G8 di Genova e che oggi viene proposto in una nuova versione digitale.

Luigi Milani con questo suo romanzo ci offre la possibilità di mantenere viva la memoria di tutto ciò che è accaduto durante il G8 e di riflettere sul nostro passato, sul nostro presente e su ciò che è necessario cambiare per poter avere un futuro migliore. Abbiamo avuto modo di porre qualche domanda a Luigi Milani per cercare di comprendere insieme a lui quanto sia importante la memoria di questi eventi oscuri.

Il G8 è stato un momento complicato, un momento in cui le nostre coscienze si sono trovate di fronte ad eventi e violenze che non credevano possibili, ad eventi e violenze sulle quali ancora oggi ci troviamo ad interrogarci. È importante cercare di mantenere viva la memoria di ogni singolo evento, con la speranza che certi episodi non debbano ripetersi mai più, una memoria che “Ci sono stati dei disordini” ci aiuta a rendere giorno dopo giorno vivida. Quanto è importante per te Luigi mantenere viva la memoria di eventi così vicini al nostro presente, di eventi passati da così poco tempo? Forse in un certo qual modo potremmo addirittura dire che è più importante mantenere viva la memoria di questi eventi così vicini a noi piuttosto che eventi lontani che appartengono ad un passato che non ha più legami stretti con ciò che noi oggi siamo?

Credo che il presente sia il risultato, oltre che delle nostre azioni, anche dei nostri trascorsi. In tal senso dovremmo poter trarre qualche insegnamento dalla Storia, sia quella più antica che quella più recente. Ecco perché è necessario sforzarsi di mantenere desta la memoria del passato, specie se macchiato da errori o, peggio, da crimini, anche perché il negazionismo è sempre in agguato. Auguriamoci solo che si sbagliasse il buon Sting, che qualche anno cantava History will teach us nothing…

Il G8 è un mix di avvenimenti oscuri. Che cosa rappresenta per te il G8? Possiamo dire che si è trattato di un momento di passaggio, di un momento in cui le coscienze degli italiani hanno dovuto prendere atto dell’inizio di una situazione del tutto nuova, di un cambiamento?

Amnesty International ha definito – di più, denunciato – le violenze compiute durante il G8 del 2001 come “la più grande violazione dei diritti umani in Occidente dopo la Seconda Guerra Mondiale”. Quei fatti sono rimasti impressi nelle coscienze di tanti italiani, una sorta di shock collettivo che ebbe però il discutibile merito di aprirci gli occhi sul vero volto del Potere, da sempre incline all’abuso e alla violenza.

Secondo te perché proprio in questo periodo il G8 torna a far parlare di sé in molti libri, ma anche in film come ad esempio nel film “Diaz” di Daniele Vicari, uscito nelle nostre sale italiane proprio in questi giorni?

Forse oggi, a distanza di oltre dieci anni da quegli eventi, siamo in grado di considerarli con maggior freddezza, e valutarli per ciò che hanno rappresentato, al di là degli esiti dei vari processi che si sono susseguiti negli anni. Anche se, a dire il vero, è ben difficile mantenere uno sguardo sereno su ciò che è accaduto, tale è l’enormità degli abusi commessi.

Hai deciso di raccontare il G8 in forma di romanzo. Perché questa scelta?

Ho scelto di scrivere un romanzo e non un saggio perché credo che questa forma espressiva si presti bene a narrare anche vicende realmente accadute. La trasposizione in una chiave narrativa può inoltre servire ad avvicinare a determinati avvenimenti e periodi storici lettori che, diversamente, forse non si accosterebbero a certe tematiche.

“Ci sono stati dei disordini” è un romanzo uscito nel 2009 che è tornato oggi disponibile in una nuova versione digitale. Che cosa possiede questa nuova versione in più rispetto alla versione precedente?

Questa nuova edizione ha subito una profonda revisione rispetto alla precedente, pubblicata solo in cartaceo. Sono molto grato a Edizioni Delirium per avermi offerto la possibilità di realizzare questa nuova edizione, che si avvale tra l’altro di una copertina realizzata ad hoc dal bravissimo visual designer Gabriele Ciufo, a giudizio di molti particolarmente evocativa e di grande impatto emotivo.

Quando gli scrittori di oggi decidono di intraprendere la strada dell’editoria digitale mi piace chiedere loro che cosa ne pensano di questo nuovo metodo comunicativo, un metodo che sta prendendo piede in modo sempre più intenso giorno dopo giorno ma che, come ogni cosa di questo mondo dopotutto, ha i suoi pro e i suoi contro. Che cosa pensi dell’editoria digitale? Pensi che possa davvero arrivare a soppiantare i libri in formato cartaceo oppure che si tratti di un nuovo modo di fare letteratura che si affiancherà al metodo tradizionale e che offrirà delle opportunità in più sia agli scrittori che ai lettori? Pensi che ormai non si possa più fare a meno della letteratura digitale?

Sinceramente non porrei la questione in termini di contrapposizione tra il libro cartaceo e quello digitale. Sono dell’avviso infatti che entrambi siano destinati a convivere per molto tempo ancora, anche se è innegabile che all’estero il sorpasso del digitale sul cartaceo – in termini di vendite – sia già avvenuto, almeno nel caso di Amazon. La situazione nel nostro Paese è molto diversa, ma l’universo del libro digitale appare comunque in forte espansione. Del resto le nuove generazioni, quelle dei “nativi digitali”, sono avvezze da sempre a leggere testi su schermi di varie fogge e dimensioni, dallo smart phone al tablet e naturalmente allo ereader. Molti non prendono più neanche in considerazione l’ipotesi di acquistare quotidiani o riviste cartacei, perché considerati obsoleti e ingombranti.
Naturalmente stiamo parlando ancora di nicchie di mercato; tuttavia recenti studi di settore mostrano che il lettore “digitale” è più propenso all’acquisto e alla lettura di testi rispetto alla sua controparte tradizionale. Non è escluso che in tal senso giochi un ruolo importante l’incorporeità del libro, almeno a livello psicologico.
In definitiva, credo di poter affermare che il libro elettronico costituisca ormai una realtà ineludibile, che offre oltretutto vantaggi non trascurabili, dalla riduzione dei costi per l’editore – in termini di spese di stampa e distribuzione – ma anche per l’autore, la cui opera, una volta pubblicata in formato digitale, diviene virtualmente sempre disponibile e più fruibile che in passato. Non ultimo, la pubblicazione in eBook consente all’autore e all’editore di superare le gravi disfunzioni che affliggono il meccanismo della distribuzione libraria, che, com’è noto, penalizza la piccola e media editoria, marginalizzandola a tutto vantaggio dei grossi gruppi editoriali.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 3

Latest Images

Trending Articles





Latest Images